giovedì 6 settembre 2012

Recensione: Follia profonda

Titolo: Follia profonda
Autore: Wulf Dorn
Editore: Corbaccio
Pagine: 450
Prezzo: 17,60
 
Descrizione:
Un mazzo di rose rosse senza biglietto. Regali sulla porta di casa. Lettere sotto il tergicristallo…Lo psichiatra Jan Forstner è oggetto delle attenzioni insistenti di una sconosciuta. All’inizio pensa si tratti dei sentimenti innocui di una paziente. Ma quando un amico giornalista, che stava per fargli delle rivelazioni sconvolgenti che lo riguardano da vicino, viene trovato barbaramente ucciso, Forstner capisce di essere il bersaglio finale di una pazza omicida. Una stalker che non si ferma davanti a nulla pur di ottenere ciò che vuole…
L'autore:
Wulf Dorn è nato nel 1969. Ha studiato lingue e per anni ha lavorato come logopedista per la riabilitazione del linguaggio in pazienti psichiatrici. Vive con la moglie e il gatto vicino a Ulm, in Germania. Dopo aver scritto alcuni racconti si è dedicato alla stesura del suo primo romanzo, La psichiatra, che è diventato un bestseller da centoventimila copie grazie al passaparola dei lettori (www.lapsichiatra.it)
 
La mia recensione:
Un mazzo di rose rosse è sempre un dono gradito. Quando a riceverlo è lo psichiatra Jan Forstener, il suo pensiero corre subito a Carla, la sua compagna, e gli occhi gli brillano di speranza. Lei è via per lavoro e il loro rapporto è in crisi, così l’uomo immagina che si tratti di un gesto carino da parte sua, la tacita promessa di un’imminente riconciliazione. Gli basta poco però per scoprire che le cose non stanno così. Ma se non Carla, chi? Chi può avergli regalato dei fiori e perché?
L’ipotesi più plausibile è che si tratti dell’omaggio innocuo di una paziente riconoscente.
Ben presto tuttavia Jan deve scartare anche questa possibilità perché al primo seguono altri regali. Una lettera sotto il tergicristallo, un disegno infilato sotto la porta di casa… gradualmente comincia a farsi strada in lui la convinzione di essere oggetto delle attenzioni morbose di una sconosciuta che, forse, del tutto innocua non è.  La situazione precipita quando il suo amico giornalista, Volker Nowak, viene trovato barbaramente ucciso proprio nel giorno in cui aveva chiesto di incontrarlo per fargli delle rivelazioni sconvolgenti. Sulla base di piccoli indizi, lo psichiatra riesce a cogliere un nesso tra l’assassinio e l’anonima molestatrice. Comprende così di essere finito nel mirino di una stalker pericolosa, una persona malata che non esita a uccidere pur di raggiungere il suo scopo.
A questo punto sarebbe saggio rivolgersi alla polizia ma, per esperienza, Jan sa che una simile mossa potrebbe complicare le cose scatenando la reazione violenta della donna. Decide pertanto di provare a smascherarla contando sulle sue sole forze, almeno finché è possibile. 
Un tema di scottante attualità, un giallo di difficile soluzione, un’atmosfera da brivido e una carrellata di personaggi intriganti. Sono questi gli ingredienti che fanno di Follia profonda uno psicothriller che non lascia tregua, sin dai primi capitoli ci si sente inchiodati  alle pagine e trascinati in un vortice di puro terrore.
La trama si sviluppa a partire da un sentimento universalmente condiviso: la paura dell’ignoto.
Cosa può esserci di più inquietante del sapersi osservati da qualcuno che non si vede, da una persona in carne e ossa, capace di fare del male ma che si muove nell’ombra e sfugge come fosse un fantasma?
Con grandissima facilità ci si immedesima nel protagonista. Si percepisce con estremo realismo il suo senso di angoscia e di impotenza. Jan è un ottimo conoscitore dell’animo umano in virtù della sua professione, sa benissimo quali meccanismi possano scattare nella mente di uno stalker. Fa leva proprio sulle sue competenze professionali per cercare di stanare la sua persecutrice ma, nonostante ciò, gestire la situazione è per lui un’impresa disperata. Non è semplice mantenere la giusta lucidità visto il coinvolgimento personale. Jan è quasi schiacciato dal peso della responsabilità. Sa che  ogni suo gesto, ogni sua parola può sortire un effetto determinante sulla psicopatica che lo tiene in scacco, può placarla così come scatenarne la furia omicida e una simile consapevolezza non può che accrescere la tensione. L’autore ci descrive con maestria il suo stato d’animo sino a tracciare un percorso in discesa verso la paranoia che lo spingerà a sospettare di tutti inducendolo spesso in errore.
L’infermiera Bettina che non perde occasione per adularlo, l’avvenente collega che gli ha fatto delle avance in un momento di debolezza, una ragazza incrociata per strada, una vicina di casa… chiunque potrebbe essere la feroce assassina che sta cercando e questo comporta la perdita di qualsiasi certezza.
Nell’identico modo, leggendo si matura una forma ossessiva di sospetto. Più volte si ha la sensazione di aver scoperto l’identità della stalker e puntualmente ci si accorge di aver sbagliato.
Il ritmo incalzante scandito dal susseguirsi di capitoli brevi e l’atmosfera cupa di una cittadina sferzata dalla pioggia di un autunno incombente si combinano con la presenza sulla scena di personaggi che, nel contesto, si caricano di ambiguità provocando ansia. Tra tutti spicca Angnes Nowak, madre del giornalista assassinato nonché, probabilmente, l’unica persona ad aver visto di sfuggita la misteriosa donna ricercata da Jan.  Malata di porfiria, vive reclusa in una casa costantemente immersa nel buio concedendosi solo rapide uscite notturne. Il suo contributo sarà determinante per lo psichiatra ma, nel contempo, alimenterà  un senso serpeggiante di inquietudine nel lettore perché davvero questa bizzarra signora sembra essere l’incarnazione di un incubo.
Una lettura adrenalinica, un viaggio negli abissi della follia che saprà tenervi sulla corda fino all’ultima pagina e nel finale riuscirà a sorprendervi con una verità sconvolgente quanto assolutamente inimmaginabile.








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