lunedì 27 marzo 2017

Recensione: Madame Claudel è in un mare di guai

Titolo: Madame Claudel è in un mare di guai
Autrice: Aurélie Valognes
Editore: Newton Compton
Pagine: 224
Prezzo eBook: 2,99
Prezzo cartaceo: 9,90

Descrizione:
Ferdinand Brun vive a Parigi, al numero 8 di Rue Bonaparte, ha ottantatré anni e non gli piacciono le persone. Sfortunato dalla nascita – ha perso la mamma e la nonna quando era ancora piccolo –, è cresciuto nel risentimento, diventando introverso e taciturno. Purtroppo con il passare degli anni è addirittura peggiorato e così la moglie lo ha mollato di punto in bianco scappando con il postino, mentre la figlia e il nipotino sono andati a vivere dall’altra parte dell’oceano. Rimasto solo con la cagnolina Daisy, unico essere vivente degno del suo affetto, Monsieur Brun ha deciso di disertare il genere umano e di ridurre al minimo i suoi contatti con gli altri, compresi quelli con la portinaia, la detestata Madame Suarez. Un infausto giorno, la cagnolina Daisy muore e la settimana dopo Monsieur Brun rimane vittima di un incidente. Tutto è contro di lui, e quando la figlia lo mette di fronte all’ipotesi dell’ospizio, non gli resta che accettare l’aiuto di Madame Claudel, un’arzilla signora di novantatré anni, che abita al suo piano. Ma sarà l’arrivo della piccola Juliette, figlia dei nuovi condomini, l’unico evento in grado di scalfire il muro di diffidenza e scontrosità che il vecchio ha costruito intorno a sé.

La mia recensione: 

Preparatevi a conoscere l’anziano più burbero che ci sia. Il suo nome è Ferdinand Brun, ha superato gli ottant’anni e, da quando sua moglie lo ha lasciato per fuggire con il postino, vive solo. Ha una figlia ma è volata a Singapore, nessun rapporto con gli altri parenti e di amici neanche l’ombra, se si esclude la sua cagna Daisy, ovvero l’unico essere vivente con cui riesca ad andare d’accordo. In realtà Ferdinand è sempre stato così: misantropo, cinico, scontroso. Non ha mai legato con i suoi simili, con l’età è solo peggiorato.
Naturalmente i suoi modi arcigni non ispirano simpatia, sicché nel condominio in cui abita è tutt’altro che benvoluto. A dirla tutta, fra lui e i vicini di casa è in atto una sorta di guerriglia che si consuma a suon di sgarbatezze e dispetti.
Banale routine per il vegliardo che, nonostante tutto, non sembra  soffrire la solitudine e pare ben contento di spendere gli ultimi anni che gli restano chiuso fra le sue quattro mura, saldamente aggrappato alle proprie abitudini.
La situazione precipita quando la sua amata Daisy muore in un tragico incidente. A quel punto l’anziano cade in depressione, i vicini temono che possa compiere un gesto inconsulto e qualcuno pensa bene di allertare la figlia lontana, affinché prenda provvedimenti. Quest’ultima non vede altra soluzione che chiudere il genitore in una casa di riposo e quando Ferdinand si oppone con forza, decide di dargli un ultimatum: per un periodo una persona di fiducia lo terrà d’occhio per verificare che sia in grado di badare a se stesso e che non commetta sciocchezze; solo se supererà l’esame, l’uomo potrà restare a casa, diversamente il ricovero sarà inevitabile.
Di certo una brutta notizia per Ferdinand che, vivendo solo, si è lasciato andare: non si lava, non pulisce l’appartamento, non si preoccupa di seguire un regime salutare. Tuttavia, questo è il male minore, il vero problema è che la persona incaricata di effettuare i controlli è Madame Suarez, la portinaia del condominio, nonché sua acerrima nemica. Per farla franca Monsieur Brun dovrà rigare più che dritto, giacché l’odiosa signora ha tutto l’interesse a vederlo andar via dal palazzo
Ed è proprio così che cominciano i guai… ma Madame Claudel?
Probabilmente vi starete chiedendo di lei, visto il titolo del romanzo. La verità è che non c’è alcuna attinenza fra la storia e il titolo scelto per l’edizione italiana. Madame Claudel è un personaggio importante, è la dirimpettaia di Ferdinand e, da un certo punto in poi, assumerà un ruolo decisivo, ma non è la protagonista, né tantomeno è lei a trovarsi nei pasticci. Nulla che influisca significativamente sull’esperienza di lettura comunque, anche se non vi nascondo che sono rimasta un po’ spiazzata e sarei curiosa di conoscere il motivo di questa scelta.
A partire dall’ultimatum che la figlia lancia al signor Brun, la storia si sviluppa come una commedia, sarà infatti un susseguirsi di dispetti, boicottaggi, equivoci, situazioni comiche – alcune credibili altre un tantino esagerate – che vedranno fronteggiarsi l’anziano e la portinaia: il primo determinato a sventare, con ogni mezzo, i piani orchestrati dalla seconda per spedirlo in ospizio.
Le pagine scorrono all’insegna del divertimento e della leggerezza, anche se la tematica che serpeggia fra le righe non è priva di note drammatiche. Pur alimentando costantemente il sorriso sulle nostre labbra, l’autrice ci racconta la tristezza di una vecchiaia spesa in solitudine e l’amarezza di un uomo che, sebbene decisamente restio ad ammetterlo, cova qualche rimpianto e, dopotutto, non è soddisfatto della sua condizione come vorrebbe far credere. Lo spettro della casa di riposo sfiora un argomento spinoso che spesso coinvolge le persone anziane. Tuttavia queste tematiche non sono preludio a un cambio di atmosfera giacché, nel caso specifico, la paura di finire in ospizio non getterà Ferdinand nello sconforto ma gli fornirà l’input per dare una sterzata alla propria vita (eh sì, meglio tardi che mai) finendo per migliorarla in un modo inimmaginabile.
Pian piano, la quotidianità triste e solitaria del vegliardo si riempirà di nuove presenze che la coloreranno e le forniranno nuova linfa: madame Claudel appunto, una novantenne arzilla e moderna come una giovincella, e la piccola Juliette, una nuova inquilina del palazzo che travolgerà Ferdinand al pari di un ciclone.
Un romanzo che si legge con piacere e scivola via in  un soffio, anche per la sua brevità. Di sicuro non tale da lasciare il segno ma ideale per trascorrere qualche ora spensierata e regalarsi una sana iniezione di ottimismo. Le simpatiche peripezie di Ferdinand Brun, in fin dei conti, ci dimostrano che non è mai troppo tardi per cambiare e che anche la vecchiaia può riservarci delle bellissime sorprese.






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