martedì 20 settembre 2016

Recensione: Luna di sangue


Titolo: Luna di sangue
Serie: Sanguis Noctis Libro 1
Autori: Robin Saxon e Alex Kidwell
Traduttore: Fabrizio Vivoli
Editore: Dreamspinner
Pagine: 187
Prezzo: 6,99
Disponibile qui

Descrizione:
Jed Walker è un killer su commissione che deve svolgere un incarico apparentemente semplice: introdursi in un’abitazione per recuperare qualcosa. Il suo nuovo cliente non sta cercando soldi o oggetti. Vuole il timido e bellissimo Redford Reed, un uomo che in un solo giorno sconvolge il mondo di Jed, che non è proprio pronto a innamorarsi così repentinamente del suo obiettivo. 
Redford Reed vive rinchiuso nella casa della nonna, è afflitto da una terribile maledizione e osserva il mondo scorrere fuori della sua casa, fino a quando non arriva Jed, inviato da un uomo che non si fermerà davanti a nulla pur di reclamare Redford come sua proprietà. La sua unica possibilità di salvezza è fare squadra con Jed ma, mentre la violenza cresce, così aumenta anche la tensione fra loro. Anche se hanno entrambi trovato qualcosa per cui vale la pena vivere, ci vorrà tutta l’abilità di Jed e ogni piccola goccia di coraggio di Redford per rimanere in vita.
La mia recensione:
Jed Walker è  un mercenario, un uomo senza scrupoli, pronto a rubare, sequestrare, uccidere per soldi.
Quando un misterioso cliente, che si fa chiamare Fil, lo contatta per telefono chiedendogli di recarsi in una certa casa per prendere qualcosa che gli appartiene, non si scompone e accetta. Non sembra intenzionato a tirarsi indietro, nemmeno quando capisce che la “cosa” da prelevare e consegnarli, in realtà, è un uomo… almeno fino a che non si ritrova faccia a faccia con lui.
Redstone Reed è bellissimo, tanto che a guardarlo nessuno si sentirebbe invogliato a fargli del male, ma non è questo a frenare Jed, che di uomini affascinanti nel suo letto può averne quanti ne vuole. Il problema è che lui ha qualcosa di strano: oltre che ragionevolmente spaventato, sembra ingenuo come un bambino. Poche battute e uno sguardo all’appartamento in cui dimora, gli bastano per comprendere che il giovane vive segregato fra quelle quattro mura, nonostante non si veda alcun carceriere nei paraggi. Redstone sembra non avere idea del mondo fuori, come se non avesse mai vissuto in mezzo agli altri. Appare così indifeso che Jed non se la sente di consegnarlo al suo cliente, quanto meno non fino a che non avrà scoperto chi è e come mai reclama un altro essere umano come fosse un oggetto di sua proprietà, tanto più perché Redstone dichiara di non conoscerlo e di non aver mai avuto niente a che fare con lui.
È così che la bizzarra “refurtiva umana” finisce a casa sua anziché nelle grinfie del fantomatico Fil.
Ed è qui che la situazione si complica: non solo il cliente bidonato giura vendetta, e ha tutta l’aria di essere un tipo davvero pericoloso, ma Redstone  dà segno di essere fuori di testa. Una volta al sicuro, infatti, comincia a blaterare storie assurde, sostiene di essere un lupo mannaro e di essere stato cresciuto in prigionia da sua nonna, morta da poco, proprio per evitare che il suo segreto venisse alla luce e che lui potesse nuocere agli altri. È così convinto di quel che dice che invita Jed a incatenarlo in vista della prossima luna piena, al fine di salvaguardare la propria incolumità.
Ovviamente l’uomo non gli crede, perché i lupi mannari nella realtà non esistono… o forse no?
Con  questo incipit misterioso e scoppiettante,  Robin Saxon e Alex Kidwell aprono una saga urban fantasy che, pur ispirandosi a un mito abbondantemente sfruttato nella narrativa di genere, come quello dei licantropi, riesce a stupire e coinvolgere.   
La storia ha uno sfondo drammatico, rappresentato dal passato di Redstone, costretto a crescere da recluso a causa della sua diversità; drammatico è anche il presente, nella sostanza, giacché il licantropo è braccato da un essere le cui motivazioni, pur se ignote, non lasciano presagire nulla di buono e per sfuggirgli non può contare che su un mercenario dalla dubbia moralità. Nonostante ciò, la narrazione è briosa, non si tinge mai di note cupe, e questo contrasto diventa un può il tratto distintivo dell’opera. Da un lato lo stile narrativo  fresco e fortemente ironico contribuisce a stemperare la tensione e a sdrammatizzare, dall’altro le due autrici inseriscono delle importanti note disperanza in un contesto che sembra non lasciare spiragli di luce, mostrandoci come anche dalle situazioni più nere e più difficili si possa ricavare qualcosa di positivo.
La verità è che i due protagonisti, anche se per ragioni molto diverse, sono entrambi soli, intrappolati in una condizione difficile e fondamentalmente privi di una motivazione che li sproni a gioire e ad amare la vita.
Il loro incontro finirà per stravolgere completamente le loro esistenze poiché, se inizialmente i due uomini si limiteranno a fare squadra, a coalizzarsi contro un nemico comune (nel momento in cui Jed è venuto  meno ai patti, Fil ha preso di mira anche lui), andando avanti cominceranno a legare. Fra loro nascerà una vera e propria amicizia che gradualmente si trasformerà in qualcosa di più forte.
La gradualità con cui si evolve il rapporto fra Jed è Redstone è uno dei maggiori punti di forza del romanzo, secondo me, perché rende il tutto più realistico e più inteso. Non assistiamo allo sbocciare di un amore repentino quanto improbabile, basato sulla mera attrazione fisica, ma vediamo i due personaggi prendersi le misure, avvicinarsi con cautela, affrontare dei conflitti interiori prima di arrendersi all’evidenza e lasciarsi andare alle passioni.
Redstone, grazie a Jed viene praticamente al mondo, si affaccia per la prima volta a una realtà che gli è del tutto sconosciuta, con lui scopre tantissime cose, scontate per qualsiasi altro essere umano, non da ultimo l’amore.
Jed, dal suo canto, grazie a Redstone sperimenterà una sorta di rinascita, capirà di non essere davvero cinico, freddo, calcolatore come credeva di essere diventato e di poter ancora aspirare a essere felice.
Fra misteri, agguati e magia, troverà dunque spazio una bellissima storia d’amore, gestita con equilibrio, priva di note sdolcinate e calibrata con attenzione anche nella sua componente erotica, le scene di sesso, infatti,  non mancano ma sono ben dosate.
Altra nota di merito va al finale che non è un cliffhanger, sebbene la porta rimanga aperta in previsione del sequel. 
Un urban fantasy effervescente: diverte, intriga e nello stesso tempo pone l’accento sull’amore, inteso come scintilla in grado di innescare il fuoco della rinascita.



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