venerdì 2 settembre 2016

Recensione: Dark Blue

Titolo: Dark Blue 
Captive Series 
Autore: CJ Roberts 
Editore: Newton Compton 
Pagine: 288 
Prezzo: 4,99

Descrizione:  
Caleb è un uomo con un unico obiettivo: la vendetta. Rapito da ragazzino e venduto come schiavo da un mafioso affamato di potere, da allora non ha mai pensato ad altro che a vendicarsi. Per dodici anni ha esplorato il mondo degli schiavi del piacere alla ricerca dell’uomo che ritiene responsabile del suo tremendo passato. Finalmente riesce a trovare l’artefice della sua sofferenza: ha una nuova identità, ma la stessa natura di un tempo. Per avvicinarsi abbastanza da colpirlo, Caleb deve trasformarsi in ciò che più odia e rapire una bellissima ragazza perché sia la vittima che lui stesso è stato.
Olivia Ruiz ha diciotto anni e si è appena svegliata in uno strano posto. Bendata e legata, ad accoglierla c’è soltanto una calma voce maschile. Si chiama Caleb, ma vuole essere chiamato Padrone. Olivia è giovane, bellissima, ingenua e testarda. Possiede una sensualità oscura che non riesce a nascondere. Pur essendo terrorizzata dall’uomo forte, sadico e arrogante che la tiene prigioniera, l’irresistibile attrazione che prova per lui la tiene sveglia nel buio.


La mia recensione:
La vita può cambiare in un soffio.
Il giorno in cui si scontra  per strada con un bellissimo sconosciuto, Olivia Ruiz per un attimo si illude che possa essere il preludio di un cambiamento in positivo. Sta scappando da un tipo losco che la importuna, quando inciampa nel ragazzo che la trae in salvo: capelli e occhi chiari, viso stupendo, modi gentili che trasmettono un senso di protezione… può essere che, a dispetto della cattiva opinione che ha maturato degli uomini,  Livvie abbia incrociato un vero principe azzurro?
Purtroppo, si tratta di un sogno di brevissima durata, giacché al suo risveglio la ragazza scopre che il bel cavaliere si è trasformato nell’orco cattivo.
Poco dopo il magico incontro, infatti, Livvie viene rapita proprio dal giovane su cui aveva fantasticato.
Il suo nome è Caleb, anche se pretende di essere chiamato Padrone. Non è un principe ma il braccio destro di un mercante di schiave del sesso e ha il compito di addestrare Livvie perché sia venduta a un uomo ricco quanto perverso con cui hanno entrambi un conto in sospeso. L’idea è quella di forgiare e vendere una schiava perfetta allo scopo di stanare l’uomo, altrimenti inavvicinabile, e poterlo uccidere per portare a compimento la loro personale vendetta.
Una pedina, un oggetto, da usare nel più bieco dei modi per poi essere gettata via: è questo che sta per diventare la ragazza, anche se non lo sa.

Primo volume di una serie che si connota subito per i suoi toni cupissimi, Dark Blue si concentra sui mesi di addestramento della schiava e sullo stretto, perverso legame che inevitabilmente si instaura fra lei e il suo padrone.
La storia è raccontata attraverso l’alternanza di un doppio POV: quello di Livvie, che parla in prima persona, e quello di Caleb, reso in terza.
Come facilmente si può intuire dalla trama, è una storia di estrema violenza, vergata col sangue e scandita dal ritmo di umiliazioni e percosse. Da questo punto di vista l’autrice non ci risparmia niente e rinuncia a qualsiasi filtro, mostrandoci il terrificante scenario in cui ci cala in tutta la sua crudezza. Nello stesso tempo ci fa penetrare nella psiche dei due protagonisti che a turno fanno emergere il loro vissuto e i meccanismi che scattano nella situazione attuale, orchestrata in partenza da un abile burattinaio ma destinata a riservare svolte inattese.
Fra vittima e aguzzino gradualmente si innescherà una dinamica che, per alcuni versi,  può ricondursi alla sindrome di Stoccolma. Pur odiando, per ovvie ragioni,  il suo carceriere, Livvie non potrà fare a meno di sentirsene attratta, non solo per l’indiscutibile avvenenza ma perché inconsapevolmente l’uomo andrà a toccare dei nervi scoperti, suscitando in lei un senso di dipendenza psicologica.
Non aspettatevi la  solita storia d’amore né un improvviso sconvolgimento di ruoli. Uno dei punti di forza di questo libro, almeno dal mio punto di vista, è da rintracciarsi proprio nel realismo e nell’ottima caratterizzazione dei personaggi. Lungi dal trasformarsi in un improbabile “buono” Caleb conserverà l’ambiguità e la violenza che lo caratterizzano, anche se capiremo cosa lo ha fatto diventare così spietato, a tratti riusciremo a comprenderlo e a provare persino empatia nei suoi confronti, e verso la fine cominceremo a intravedere qualche crepa nella sua corazza.
Livvie tirerà fuori gli artigli sin da subito, tenterà di difendersi e di opporsi all’orribile destino cui è stata votata e detesterà Caleb con tutta se stessa. Anche nel suo caso, non la vedremo sciogliersi di fronte alla bellezza del suo torturatore né passare in modo irrealistico dall’odio all’amore, ma assisteremo a un’evoluzione più complessa, a un conflitto strisciante che sfocerà in un sentimento ambivalente.
I due protagonisti si evolvono strada facendo, cambiano ma lo fanno a piccoli passi, rispondendo a una serie di sollecitazioni molto profonde.
La trama è adrenalinica e lo diventa sempre di più fino a lasciarci col cuore in gola nell’epilogo che, come prevedibile, è un cliffhanger. Una volta che si comincia a leggere diventa quasi impossibile schiodarsi dalla pagina, si rimane come ipnotizzati, oltre che intrappolati nel bisogno di sapere cosa accadrà alla protagonista, e giunti al termine si avverte il desiderio impellente di leggere ancora.
Unica piccola pecca di questo romanzo, altrimenti perfetto nel suo genere, è la presenza di numerosi refusi, tanti per poter passare inosservati, anche se la storia è così travolgente da compensare il difetto.
Sicuramente non è un lettura per tutti, se siete sensibili agli abusi e alle scene di violenza esplicita potreste trovarla disturbante, se invece, come me, amate il dark romance privo di mezze misure qui troverete pane per i vostri denti e quando avrete finito vorrete morderne ancora.
Io aspetto il sequel con trepidazione.





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