lunedì 16 novembre 2015

Recensione: Semper Fi

Titolo: Semper Fi
Titolo originale: Semper Fi
Autore: Keira Andrews
Traduttore: Maria Sofia Buccaro
Editore: Triskell
Lunghezza: 319 pagine
Collana: World / Rainbow / Storico
Genere: M/M
Formato: pdf, epub, mobi

Prezzo: 5,99

Descrizione:  
Quando erano marines, Jim e Cal dipesero l’uno dall’altro per uscire vivi dalla carneficina e dalla disperazione nel Pacifico.
Sollevato di potersi lasciare alle spalle gli orrori della guerra, Jim è tornato al suo frutteto e alla vita tranquilla di padre di famiglia.
Consapevole che l’amico non avrebbe mai potuto ricambiare i suoi sentimenti proibiti, Cal spera che il tempo e l’oceano tra di loro attenui il desiderio che prova per lui.
Ma alla morte della moglie di Jim, Cal raggiunge l’amico per dargli una mano. Non sa nulla di mele né di bambini, ma vuole stargli vicino a tutti i costi, anche se la fiamma che lo tormenta si riaccende in lui.
Jim gli è grato per il sostegno che gli dà mentre lotta con i sentimenti repressi e i terribili ricordi della guerra.
Poi, quando inizia a vederlo con occhi diversi, il loro rapporto diventa intimo come mai avrebbero immaginato.
Riusciranno a costruirsi una vita insieme come una famiglia e a trovare la felicità in un mondo che li condanna?

La mia recensione:

L’amore può sbocciare nei territori più impervi e vincere qualsiasi sfida. L’ho pensato più volte leggendo Semper Fi, perché la storia racchiusa fra le sue pagine lo dimostra dal principio alla fine.
Ostile è lo spazio-tempo in cui si colloca poiché comincia durante la seconda guerra mondiale, a Okinawa, proprio sul campo di battaglia, laddove il sangue scorre. Un tempo a misura d’odio e di terrore dunque, ma anche un’epoca in cui l’omosessualità era considerata qualcosa di tremendamente sbagliato, un peccato e addirittura un reato perseguibile per legge.
I protagonisti sono due marines, Cal e Jim, che si incontrano appunto su un treno mentre sono diretti al fronte. Insieme condividono il periodo di addestramento e poi la durissima esperienza della battaglia. Inizialmente la loro è solo un’amicizia che si va consolidando giorno per giorno, almeno così la interpreta Jim che ha lasciato una moglie a casa e non ha mai messo in dubbio la propria eterosessualità. Per Cal è diverso, lui è consapevole di essere gay e convive serenamente con la sua natura, riconosce subito il sentimento che cova dentro di lui come amore vero, un amore che, sa, non potrà mai essere ricambiato. 
A distanza di tre anni, a guerra finita, i due uomini si ritrovano. Cal non ha mai dimenticato Jim e quando apprende che è rimasto vedovo ed è alla ricerca di qualcuno che lo aiuti nella gestione del suo meleto, non esita ad andare a trovarlo e a offrirsi come suo aiutante. Ritorna in veste di amico, e pur di stare accanto all’uomo che ama è pronto ad accontentarsi di rivestire solo questo ruolo, tuttavia le cose cominciano a cambiare. Stando con Cal e condividendo con lui la quotidianità, Jim inizia ad accorgersi di provare per lui un’attrazione  e dei sentimenti che differiscono dalla semplice amicizia e somigliano molto più all’amore passionale… quell’amore che si è sforzato sempre di dedicare alla moglie senza mai riuscirci davvero. 
Si tratta di una scoperta sconvolgente per lui che, in conformità all’educazione ricevuta e ai dettami sociali del suo tempo, ritiene l’omosessualità una malattia, qualcosa di sbagliato, di vergognoso. 
Ecco allora che la possibilità di un futuro insieme per Cal e Jim diventerà una sfida, sotto molteplici punti di vista. 
Jim dovrà capire quello che sta succedendo soprattutto dentro di sé, dovrà imparare a riconoscere e ad accettare la sua natura, prima di potersi lasciare andare al sentimento. Poi dovrà trovare insieme a Cal un modo per far sì che la loro relazione resista ai vari ostacoli disseminati sul loro cammino. 
Essendo padre, Jim dovrà, infatti, fare i conti con il rischio di perdere i suoi figli, giacché è quello che accadrebbe se la sua relazione omosessuale venisse allo scoperto. 
Alternando due tempi narrativi, quello passato che riporta a galla la drammatica esperienza della guerra condivisa da Cal e Jim e la nascita del loro legame, e quello presente in cui i due uomini si ritrovano e si riscoprono innamorati, Keira Andrews ci risucchia in un vortice emozionale di grande intensità, proponendoci una romance fitto di tematiche tutt’altro che leggere. Quello di cui ci narra è un amore molto travagliato, un sentimento fortissimo ma costantemente messo a dura prova da due ombre che gravano sulla sua stessa possibilità di sopravvivenza: la guerra prima, il pregiudizio e l’ottusità di una società bigotta poi. 
Nonostante il contesto negativo, a brillare è però la purezza del sentimento che lega i due protagonisti e la bellezza delle loro anime. Cal e Jim sono due belle persone, fuori e dentro, anche se molto diverse fra loro e insieme formano una coppia straordinaria. Per molti versi sono quasi due opposti, per estrazione sociale, carattere e persino per l’aspetto fisico. Cal è bruno, Jim è biondo: il primo è figlio di un ricco imprenditore, il secondo è un umile coltivatore di mele; Cal è solare, ha il pregio di saper infondere allegria anche nelle situazioni più drammatiche e riesce ad accettare serenamente la sua natura, senza lasciarsi condizionare dai dettami sociali, Jim invece è più cupo, più,  problematico, più posato ma anche protettivo e capace di infondere sicurezza. Insieme si completano, quasi fossero le due metà di una stessa mela e, soprattutto comunicano un’idea vincente di famiglia. 
Oltre che dalla passione che li unisce, personalmente sono rimasta molto colpita dal rapporto che Cal riesce a instaurare con i figli di Jim, impresa per nulla semplice giacché entrambi sono provati dalla recente perdita della madre e, inizialmente, tendono a considerare l’amico del padre un intruso, manifestando ostilità. Cal rivela una dolcezza e una capacità di amare i due bambini che hanno qualcosa di materno. 
Un  romanzo struggente ma che trasmette un messaggio di grande positività perché, nonostante tutto, l’amore trionfa e non si lascia imbrigliare da alcuna regola.












 

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