lunedì 23 novembre 2015

Recensione: Quando all'alba saremo vicini

Titolo: Quando all'alba saremo vicini 
Autrice: Kristin Harmel 
Editore: Garzanti 
Pagine: 336 
Prezzo: 16,40


Descrizione:

È quasi sera, l’aria è tiepida e le sfavillanti luci della Quarantottesima strada si stanno accendendo una per una. A Kate sembra quasi che stiano indicando il percorso del suo cammino. Non le manca proprio niente per essere di nuovo felice: ama il suo lavoro di musicoterapeuta e, a casa, il suo compagno Dan la sta aspettando per portarla alla grande festa che ha organizzato per festeggiare il loro fidanzamento. Ma anche se non riesce a confessarlo nemmeno a sé stessa, Kate non ha ancora superato il dolore che si nasconde nel suo passato. Perché dodici anni prima l’uomo che amava più di tutti al mondo, Patrick, suo marito, se n’era andato, all’improvviso, proprio prima di confidarle un segreto che avrebbe cambiato per sempre la loro vita. Kate non è mai riuscita a scoprire di cosa si trattasse. Eppure adesso, quando tutto sembra lontano, Patrick inizia ad apparirle in sogno. È insieme a una bambina, e stanno cercando di dirle qualcosa. All’inizio Kate crede sia solo un incubo. Ma quando per caso conosce una bambina identica a quella del sogno, capisce di non potere più ignorare il passato. Perché negli occhi di quella ragazzina si nasconde una rivelazione sconvolgente, un segreto lontano, forse lo stesso che Patrick avrebbe voluto rivelarle anni prima. E che forse adesso può far guardare Kate al futuro con occhi nuovi. Occhi pieni di luce e gioia, come quelli che brillano di fronte a una nuova alba.  

L'autrice: 


Kristin Harmel è nata a Boston e risiede in Florida. Appassionata di scrittura da sempre, dopo la laurea in letteratura è diventata autrice di reportage per «People». Collaboratrice di «Glamour» e altri magazine americani, è opinionista di trasmissioni televisive come Good morning America. Con Garzanti ha pubblicato il bestseller internazionale Finché le stelle saranno in cielo.

La mia recensione:
Le persone che amiamo non ci abbandonano mai, nemmeno quando muoiono. È un luogo comune, ma nel caso di Kate sembra avere un fondo di verità. Benché suo marito Patrick sia morto ormai da dodici anni, non è ancora riuscita a elaborare il lutto e ad andare avanti. In un certo senso è come se l’uomo che ha amato, e perso precocemente, sia ancora lì e le impedisca di chiudere definitivamente con il passato. Dopo lungo tempo, Kate ha deciso di concedersi una chance, tuffandosi in una nuova relazione con Dan, ma non è convinta che sia la cosa giusta: con lui è tutto diverso, non sente di appartenergli davvero, non prova lo stesso senso di pienezza che provava con Patrick.
La situazione inizia a precipitare proprio quando Dan le chiede di sposarlo. La proposta di matrimonio arriva nello stesso giorno in cui Kate ritira un referto medico che sancisce la sua impossibilità di avere figli.
Un nuovo matrimonio e un futuro senza bambini: è davvero questo che desidera? Kate non è così sicura e le sue incertezze aumentano nel momento in cui comincia a fare strani sogni.
In quei sogni Patrick è ancora vivo, lui e Kate sono ancora insieme nel vecchio appartamento in cui abitavano prima dell’incidente che lo a portato via e hanno una figlia: Hannah, una ragazzina ipoacusica di circa tredici anni.
Troppi dettagli per dei semplici sogni? In effetti è proprio così, perché quelli di Kate non sembrano affatto sogni comuni.  È come se, addormentandosi, scivolasse in una realtà parallela in cui vive la vita che avrebbe voluto, quella che le sarebbe toccata se il destino non le avesse giocato il brutto tiro di negargliela all’improvviso.
Un principio di follia? La ribellione del suo inconscio che non accetta la sua decisione di voltare pagina, quasi che risposarsi fosse un atto di tradimento nei confronti di Patrick?
Probabilmente, almeno in parte, è così, ma non è tutto qui poiché nei sogni Kate registra dettagli che trovano riscontro nella realtà, apprende informazioni, che poi scopre essere vere e che non potrebbe conoscere.
Nonostante tutti attribuiscano il fenomeno a una specie di crollo psichico e la invitino a reagire non prestando attenzione a certe fantasie – perché solo di questo si tratta per le menti più razionali – Kate si convince che i suoi sogni abbiano un senso, che vogliano comunicarle qualcosa di importante e decide di ascoltarli, del resto è stato proprio Patrick a insegnarle ad ascoltare e seguire la voce del suo cuore.
Sarà in questo particolarissimo modo che la protagonista riuscirà davvero a ridare un senso alla sua vita, a trovare una nuova strada da percorrere, chiudendo il passato in uno scrigno, senza per questo rinnegarlo o dimenticarlo.
Contrariamente alle apparenze, quei sogni che sembrano volerla tirare indietro, imbrigliarla nel rimpianto impedendole di andare avanti, in realtà saranno la chiave per voltare pagina, evitando di commettere errori. I frammenti di vita onirica regaleranno a Kate delle briciole simboliche che, proprio come quelle della favola di Pollicino, tacceranno per lei un sentiero che la condurrà sulla via di casa.
Non vi anticiperò in cosa consistono questi input né dove condurranno Kate per non privarvi del piacere della scoperta, vi anticipo solo che la sua storia vi offrirà molti spunti su cui riflettere e vi travolgerà con il suo carico di emozioni.
Imbastendo una trama al confine con la realtà, quasi in bilico fra Ghost e The family Man – per azzardare un paio di  paragoni cinematografici  rimbalzati nella mia mente in corso di lettura – Kristin Harmel ci regala un romanzo a metà fra favola e realtà in grado di fotografare l’Amore con un’intensità accecante e di affrontare con poesia il tema della morte, ma anche molto di più. In questa insolita cornice dalle atmosfere sognanti, si inseriscono, infatti, altre tre tematiche particolarmente interessanti: la musicoterapia, la Sordità (la maiuscola non è una svista, leggendo il libro fino in fondo capirete perché) e l’affido familiare.
Se come me avete letto e amato Finché le stelle saranno in cielo della stessa autrice, rimarrete sorpresi dalla diversità di questo romanzo rispetto al primo –  molto diverse sono le tematiche, le ambientazioni, le suggestioni – nello stesso tempo però non avrete difficoltà a riconoscere la cifra stilistica, la profondità e la sensibilità che contraddistinguono la sua scrittura. Ancora una volta la Harmel ha saputo confezionare un libro di quelli che entrano dentro.
L’ho letto con un groppo in gola, mi sono immedesimata completamente in Kate e, come lei, ho atteso con ansia ogni nuovo sogno, spinta dalla curiosità di capire quale potesse essere il messaggio da cogliere e quando alla fine l’ho compreso, ho sentito il nodo sciogliersi fino a scaldarmi il cuore.
Visto che le festività ormai si avvicinano, vi consiglio di inserirlo in wishlist se siete alla ricerca di un libro speciale da regalare o regalarvi a Natale.














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