sabato 6 ottobre 2012

Recensione: Sei. Solo. Mia. 12 piccole sfumature

Titolo: Sei. Solo: Mia. 12 piccole sfumature
Autrici: AA.VV
Editore: Harlequin Mondadori
Pagine: 436
Prezzo: 9,90

Descrizione:
Legata, ammanettata o bendata. Dominatrice o sottomessa. Tu quale sfumatura preferisci? 12 sfumature di trasgressione: è peccato non leggerle.
DAL 25 SETTEMBRE
il successo dell’estate “12 piccole sfumature” - i mini ebook di Harlequin Mondadori - è disponibile anche nella versione stampata in tutte le librerie allo speciale prezzo di 9.90 Euro. SEI . SOLO. MIA. è un’antologia contenente 12 racconti erotici che rievocano le atmosfere del rapporto tra Mr. Grey e Anastasia, ma descritte in modo ancora più piccante e coinvolgente. Un concentrato di sensualità, passione, peccato e fantasia. Protagonisti 12 uomini fantastici da cui farsi dominare, 12 donne per immedesimarsi nelle situazioni più sconvolgenti, 12 storie erotiche con cui sognare, 12 peccati da NON confessare, 12 regole da NON accettare.
UN SUCCESSO EDITORIALE
già pubblicato nella versione originale in UK e USA con il titolo di “12 shades of surrender” e tradotto in diverse lingue.
12 AUTRICI
, leader nella letteratura erotica americana, si sono unite per firmare questa antologia: Adelaide Cole, Portia Da Costa, Tiffany Reitz, Elisa Adams, Saskia Walker, Eden Bradley, Alison Tyler, Alegra Verde, Lisa Renee Jones, Megan Hart, Emilia Elmwood, Anne Calhoun. 

La mia recensione:
Ammetto di non essere una grande estimatrice del genere erotico e neanche dei racconti brevi. Rimanendo in tema, penso che, da un punto di vista emotivo, la differenza tra un romanzo e un racconto sia paragonabile a quella che passa tra una lunga storia d’amore e un amplesso occasionale. Per carattere sono decisamente più incline ai rapporti duraturi  incentrati sul sentimento.
Nonostante ciò, quando mi è stato recapitato questo volume perché ne scrivessi una recensione, mi sono accostata alla lettura animata da tanta curiosità e buoni propositi.
Dodici racconti firmati da altrettante leader nella letteratura erotica americana (così vengono presentate le autrici in quarta di copertina) rappresentavano di certo un’ottima premessa e, per un attimo ho immaginato che potessero offrirmi anche un’occasione per rivalutare il genere.
Purtroppo non è andata così.
Il primo aspetto a colpirmi e deludermi è da rintracciarsi nell’assenza di una contestualizzazione soddisfacente delle storie. Le trame sono scarne o, per meglio dire, quasi del tutto assenti. La narrazione scorre rapida e superficiale verso il nucleo che in ciascun racconto si identifica con la descrizione dettagliata dell’atto sessuale. Ho percepito da parte delle scrittrici un’urgenza di arrivare al sodo tale da suggerirmi l’idea della pornografia più che di un erotismo raffinato. I personaggi, caratterizzati sommariamente e abbastanza stereotipati   – uomini e donne sono tutti dotati di fisici atletici, occhi chiari e chiome fluenti – si inseriscono in cornici povere e traballanti tanto da apparire pretestuose.
Ciò fa sì che non ci si riesca ad affezionare a nessuna coppia né a provare reale empatia per alcun personaggio. Non c’è spazio per l’approfondimento psicologico e nemmeno per i sentimenti. Tutto è finalizzato al sesso nudo e crudo.
Per quanto non abbia apprezzato, posso presumere che tutto ciò sia il frutto di una scelta premeditata considerando  che l’intento dell’antologia dovrebbe essere quello di regalare alle lettrici delle semplici pillole narrative piccanti, peccaminose, trasgressive. Il vero problema, dal mio punto di vista, è che le presunte sfumature annunciate nel sottotitolo si appiattiscono quasi tutte su un’unica tonalità. Più che di sfumature erotiche in senso lato, infatti, sarebbe il caso di parlare di sfumature sadomaso. Escludendo tre racconti, che timidamente sembrano prendere altre vie, tutti si focalizzano su una comune idea di trasgressione che immancabilmente passa attraverso sculacciate, frustate, ammanettamenti vari e giochetti inscrivibili nella dinamica del master and servant.
Sembra quasi che le autrici siano convinte all’unanimità che il piacere sessuale intenso e alternativo si possa conquistare solo attraverso l’esercizio della violenza. Probabilmente ciò sarà vero per qualcuno e di sicuro chi coltiva fantasie di questo tipo non potrà che accogliere con entusiasmo la raccolta. Dubito che possa valere lo stesso per chi, come me, non trova nulla di eccitante nella prospettiva di farsi percuotere.
Dopo aver letto le prime pagine ho sperato che il ventaglio cromatico si allargasse contemplando diverse note di colore, se non altro per vivacizzare l’insieme e soddisfare palati diversi, ma le mie attese sono state deluse. Una sculacciata dopo l’altra, ho compreso che la musica non sarebbe cambiata cosicché all’iniziale curiosità è subentrata la noia.
Può essere che sia io ad avere idee strane o poco trendy ma penso che l’erotismo, quello vero, sia tutta un’altra cosa…




 

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