giovedì 22 marzo 2012

Recensione: Il principe dei fulmini



MARK LAWRENCE
IL PRINCIPE DEI FULMINI
Editore: Newton Compton
Collana: Vertigo
PAG: 384
Euro 9,90
ISBN: 978-88-541




Descrizione:
Da quando, a nove anni, è stato costretto ad assistere al brutale omicidio di sua madre e di suo fratello, il principe Honorous Jorg Ancrath ha coltivato la propria ira e meditato la vendetta. Così, in un mondo da incubo, in cui la violenza è all’ordine del giorno e l’unica legge valida è quella del più forte, Jorg è diventato il Principe dei fulmini, il capo di una spietata banda di fuorilegge che imperversa con incursioni e razzie, e ha dimenticato la paura: quando non si ha più niente da perdere, la vita e la morte non sono che un gioco. Ma ora è finalmente giunto il momento di tornare al castello di suo padre e riprendere possesso di ciò che gli spetta di diritto. Eppure, per un ragazzo senza passato, ritagliarsi un futuro può rivelarsi più difficile e doloroso del previsto e, prima di chiudere una volta per tutte i conti con gli orrori della sua infanzia, il Principe dei fulmini dovrà affrontare il tradimento e sconfiggere una schiera di oscuri nemici i cui poteri superanoogni immaginazione.


L'autore:
 Mark Lawrence è un ricercatore scientifico che si occupa principalmente di intelligenza artificiale. Vive in Inghilterra. Il principe dei fulmini, che inaugura una trilogia, è il suo primo romanzo (per saperne di più: www.princeofthorns.com).


La mia recensione:
Mi sono accostata con un misto di sospetto e grandi aspettative alla lettura di questo romanzo.
Il motivo?
La stampa ha osannato Mark Lawrence come il nuovo Martin. Un paragone tanto ambizioso non poteva che riservare una cocente delusione o la scoperta di un autentico capolavoro.
Ho divorato il libro in due giorni faticando a staccarmene quando dovevo. Ebbene, sono giunta al termine con il cuore gonfio di angoscia per la crudezza della storia narrata ma anche di entusiasmo perché posso affermare con convinzione di essermi imbattuta in uno dei fantasy più belli letti negli ultimi anni.
Il principe dei fulmini è Jorg, primogenito del re Olidan della casa degli Ancrath. È un ragazzino di soli quattordici anni ma è già abile in battaglia come il più esperto dei guerrieri, è determinato, spietato e tanto autoritario da essere al comando di un manipolo di mercenari.
Tutto ciò può sembrare incredibile vista la sua giovane età, ma alcune esperienze hanno il potere di plasmare gli animi e di spazzare via la tenerezza dell’infanzia in un rapido soffio.
A soli nove anni il piccolo Jorg ha assistito impotente al massacro della madre e del fratellino Will per mano degli uomini del conte di Renar. Egli stesso è scampato a una morte cruenta solo per essere rimasto intrappolato in un rovo e paralizzato dalla paura rimanendo così occultato alla vista dei sicari.
Da quel giorno l’immagine di un corvo nero in campo rosso, è questo lo stendardo della casata nemica, gli si è impressa nella mente alimentando la sua sete di vendetta.
“L’odio ti terrà in vita laddove non ci riesce l’amore”, pensa Jorg annientato dal dolore. Mosso da questa convinzione libera un gruppo di prigionieri detenuti nelle segrete dell’Alto Castello e fugge via con loro determinato a scovare e uccidere il conte che lo ha privato dei suoi affetti.
Ha inizio così un processo di formazione che nell’arco di breve tempo, tra scorribande e razzie nei villaggi del regno, lo trasformerà in una spietata macchina di morte.
Quando a distanza di quattro anni, il giovane principe apprenderà che il Re, suo padre, si è risposato e, credendolo morto intende nominare suo erede il nuovo figlio che la sua sposa porta in grembo, comprenderà che è giunto il momento di tornare a casa. Al desiderio di vendetta, si aggiungerà allora un progetto più ambizioso: prendere parte alla Guerra dei Cento e diventare Imperatore.
Jorg è certo di avere ottime probabilità di successo perché la guerra è una sorta di partita a scacchi in cui vince chi ne comprende le dinamiche e non teme la morte. Lui non ha paura di morire poiché è già morto dentro e padroneggia le regole del gioco, o almeno crede di padroneggiarle. Quel che ignora, infatti, è che i suoi veri nemici hanno poteri oscuri che vanno al di là della forza fisica e delle tattiche belliche. Ciò che non sa è che qualcun altro muove le pedine sulla scacchiera ed egli stesso è una pedina nelle mani dell’avversario.
Quello in cui ci trasporta Lawrence è un mondo di stampo medievale che per struttura socio- economica, paesaggi, usi, ci rimanda a un’epoca lontana. Esplorandolo più a fondo ci accorgiamo però che si tratta di un luogo sospeso in un tempo indefinito, capace di sorprenderci per le incursioni nelle sue pieghe di elementi provenienti da un ipotetico futuro. Jorg, che ama i libri tanto da portarne sempre uno con sé, legge Plutarco, conosce Platone ma con disinvoltura cita anche Nietzsche.
Si tratta di un mondo crudele in cui il potere si conquista con l’esercizio della violenza. L’intera narrazione, affidata alla voce del giovane principe, propone un susseguirsi di scene cruente descritte dall’autore con una dovizia di particolari tale da renderle vivide ai nostri occhi. Leggendo si ha quasi l’impressione che le stesse parole siano vergate con il sangue. D’altra parte le vicende qui riportate ricostruiscono la storia di un odio crescente, un fantasy in cui la spada prevale sulla magia che mal si adatta agli stomaci più deboli.
Non esiste distinzione tra buoni e cattivi perché i personaggi, ciascuno a suo modo e per ragioni diverse, appaiono tutti crudeli o più semplicemente si inseriscono nella dinamica dell’homo homini lupis.
Tuttavia Lawrence riesce a scavare con grande abilità nella loro psicologia permettendoci di comprenderli, se non di giustificarli, e impedendoci di nutrire antipatia nei loro confronti. Nonostante tutto si finisce per affezionarsi a Jorg così come ai suoi compagni di avventura, efferati quanto carismatici. Il gigante Makin, il Nubano, il piccolo Rikey pur connotandosi per la loro ferocia riescono a far breccia nei nostri cuori.
Il passato del protagonista affiora attraverso una serie di flashback che si alternano alla cronaca degli avvenimenti in corso di svolgimento. Il ritmo è serrato al punto che si rimane costantemente sulle spine, le sorprese in agguato a ogni capitolo.
La trama congegnata con abilità non lascia nulla al caso. Tutto, anche gli aspetti che in un primo momento possono destare perplessità (come per esempio la discrepanza tra l’età di Jorg e la maturità ostentata), a tempo debito trovano la giusta spiegazione.
Lo stesso finale riesce a regalarci un gran senso di appagamento. Benché Il principe dei fulmini sia il primo capitolo di una saga, nulla viene lasciato in sospeso. Le risposte agognate sono tutte in una conclusione che soddisfa in pieno alimentando il forte desiderio di leggere i volumi successivi, non per il bisogno di colmare lacune, ma per il piacere di rincontrare un personaggio straordinario e continuare a seguirlo nelle sue avventure.

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